I comuni cuneesi ricordano le vittime delle foibe

Cuneo, Savigliano, Alba, Ceva, Bra, Valdieri e Borgo San Dalmazzo hanno commemorato le vittime della violenza iugoslava.

I comuni cuneesi ricordano le vittime delle foibe
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Il 9 e 10 febbraio sono stati commemorati in provincia di Cuneo, da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, i morti delle foibe.

A Cuneo è stata deposta una corona d’alloro sul monumento ai Caduti di Corso Dante. Molte le iniziative in provincia, a Savigliano con l’on. Monica Ciaburro, altre iniziative ad Alba, Ceva e BraMaurizio Occelli e Guido Giordana, ad Alba con il consigliere comunale Emanuele Bolla, a Ceva con Fabio Mottinelli, Roberto Russo nella città di Bra. A Borgo San Dalmazzo gli  esponenti di Fratelli d’Italia hanno deposto fiori sotto l’insegna di “Via Vittime delle foibe”.

A Valdieri, all’inizio dell’Infernotto, è stata posta una stele con Crocifisso e una targa che riporta il pensiero:

”Ricordiamo: per questo sentiero nei primi giorni del mese di maggio del 1945 furono trascinati numerosi militari della R.S.I. e condotti nel vallone della Cumba-Infernotto. Qui furono uccisi e gettati nella foiba della montagna. Furono recuperati, grazie alla pietà di qualcuno, i corpi di 5 di loro e cristianamente sepolti”.

I massacri delle foibe

Uomini e donne, istriani, dalmati e fiumani, che, dal 1943 al 1947, subirono repressioni da parte dei fedelissimi del dittatore Tito.

I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945).

Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Si stima che i giuliani, i fiumani e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. La maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi.

Il "Giorno del ricordo"

Con la legge n°92 del 30 marzo 2004 in Italia è stato istituito, nella giornata del 10 febbraio di ogni anno, il "Giorno del ricordo", in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Lo stesso provvedimento legislativo ha anche istituito una specifica medaglia commemorativa destinata ai congiunti delle vittime.

Perché è stata scelta questa data? Il 10 febbraio 1947 fu firmato il trattato di pace che assegnava l’Istria e buona parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia.

Le parole del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino sulla tragedia:

"Nello scenario del secondo conflitto mondiale, in Istria, migliaia di vittime italiane, tra il 1943 e il 1947, furono massacrate dalle truppe titine e gettate in cavità carsiche, le foibe. Una tragedia sulla quale calò - per ragioni solo in parte spiegabili - per una sessantina d’anni un sostanziale oblìo, che cominciò a cessare con la caduta del muro di Berlino.  Indipendentemente dalla solennità civile nazionale del Giorno del Ricordo, la Regione Piemonte sente il dovere di ricordare anche questa tragedia ed è dunque lieta di ospitare la mostra “Sguardi d’amore: storia, immagini e arte”, suddivisa in tre sezioni che forniscono diverse letture dei fatti, dal taglio storico a quello artistico, grazie all’impegno dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia".

Le iniziative in Piemonte

La mostra: Sguardi d’amore: storia, immagini e arte, in piazza Castello 165 a Torino, sarà aperta sino a domenica 24 febbraio, tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18, ingresso gratuito.

Sempre a Torino appuntamento mercoledì 13  febbraio dalle ore 17 alle ore 19 presso la Sala conferenze del Polo del ‘900, saranno presentati tre lavori che rappresentano altrettante chiavi d’entrata nel tema delle profuganze e, più in particolare, nella conoscenza dell’esodo giuliano dalmata, i cui primi contingenti giunsero a Torino.
settantadue anni fa.

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