Omicidio Barge: Anna Piccato ha dato soldi a una o più persone sbagliate?

Parla la nipote: dal conto postale sono spariti 20mila euro.

Omicidio Barge: Anna Piccato ha dato soldi a una o più persone sbagliate?
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Reso pubblico il nome dell'arrestato, si tratta di Daniele Ermanno Bianco, pregiudicato. Il 40enne è stato arrestato per l'omicidio di Anna Piccato, uccisa il 23 gennaio scorso a Barge, in provincia di Cuneo.

Parla la nipote di Anna Piccato

La nipote Roberta ha rilasciato un’intervista ai giornalisti de “La vita in diretta”, programma pomeridiano della Rai:

“Aveva messo quei soldi su un conto dicendomi ‘Quando non ci sarò più saranno tuoi’. Ora non c’è più nulla”.

Il movente è dunque da ricercarsi nella sfera economica: non una rapina finita male, ma un’ulteriore richiesta di denaro non soddisfatta o una richiesta di “restituzione” del contante anticipato.

Sempre nella puntata di ieri pomeriggio, giovedì 31 gennaio 2019, Roberta, di fronte alle telecamere Rai, ha reso noti particolari che potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini.

“Negli ultimi due o tre mesi – racconta la nipote – ho notato che mia zia, quando andava in Croce rossa a fare volontariato, pretendeva in modo quasi ossessivo di essere portata e recuperata a inizio e fine turno. Chi me lo dice che non avesse paura di qualcuno che l’aspettasse per strada?”.

La nipote, quindi, pensa che chi ha ucciso la zia lo abbia fatto per una questione di soldi e che non si tratterebbe di una rapina finita male. Chi ha aggredito Anna l’ha fatto con profonda rabbia, con odio: chi l’ha colpita più volte voleva essere sicuro di lasciarla a terra priva di vita. Queste le parole di Roberta durante l'intervista:

Mia zia era sotto ricatto, ha dato soldi a una o più persone sbagliate. E questa persona ha voluto sempre di più, sino a quando lei non aveva più niente. Gli avrà detto ‘Non posso più aiutarti, se non mi lasci stare vado dai Carabinieri’, questo è impazzito e le ha fatto quello che le ha fatto”.

Solo l’autopsia sul corpo di Anna Piccato, svolta da Roberto Testi, medico legale torinese che ha preso parte a complesse indagini, come quelle sui fatti di Cogne, Novi Ligure, Garlasco e via Poma, darà una risposta precisa anche sull'arma del delitto.

Dal conto postale “sono spariti 20mila euro in un anno e mezzo”

E racconta: “Tre anni fa mia zia mi ha lasciato un documento legato a un conto postale. In questo conto vi erano dei soldi: ‘Un domani che non ci sarò più sono tuoi”

Dopo la verifica sul conto corrente postale della  vittima, sul quale era stato depositato una somma pari a 20mila euro, è emerso un dettaglio allarmante così come riportato dalla nipote:

In un anno e mezzo questi soldi sono spariti. Su quel conto non c’è più niente: mi ha inquietato il fatto che mia zia faceva prelievi continui, da 500, 1000 euro, da un anno e mezzo”.

Il movente dell'omicidio

Bianco era una persona conosciuta in paese. Capitava di incontrarlo, anche a quel “Caffè del Borgo” dove abitualmente si recava anche Anna Piccato per fare colazione. I due si conoscevano, così come in un paesino di poco più di 7.000 abitanti ci si conosce un po' tutti.

Anche gli inquirenti sono concordi nel dire che il movente del delitto sarebbe da ricercare in una richiesta di denaro e non in una rapina, come appreso in un primo momento. Il rifiuto della vittima avrebbe provocato la reazione dell'omicida che, conoscendone orari e spostamenti, le avrebbe teso un agguato.

La richiesta di scarcerazione

Ad assistere Bianco, l’avvocato saluzzese Davide Ambrassa, che in una dichiarazione sostiene:

“Il mio cliente è stato visto poco dopo il delitto in un locale pubblico del paese, tranquillo e senza apparenti tracce che potessero far pensare ad un omicidio”. Una ricostruzione invece smentita dai Carabinieri.

Ambrassa ha comunque presentato al Tribunale della Libertà di Torino istanza di scarcerazione.

Sigilli sull'abitazione del sospettato

Daniele Ermanno Bianco, sposato e padre di due figli, vive in paese, in una casa sulla collina bargese. Sul cancello di casa i Carabinieri hanno posto i sigilli: l’abitazione è posta sotto sequestro.

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